Non sempre le spese per l’acqua potabile sono in linea con i reali consumi di ciascun condomino e questo può dipendere dal criterio che il condominio, nel proprio regolamento, ha stabilito.
Esistono, essenzialmente, tre modi di ripartizione delle spese: in base al numero delle unità immobiliari, in base al numero dei condomini o attraverso il contatore a sottrazione.
Vediamoli, uno per uno, per vedere quale tra questi sia il più “equo” per la ripartizione delle spese dell’acqua nel condominio.
RIPARTIZIONE IN BASE AL NUMERO DELLE UNITA’ IMMOBILIARI
Questo criterio, volto più che altro alla praticità della ripartizione, si basa sulla divisione del totale delle spese per il numero di unità abitative presenti nel condominio. Questo, però, non tiene conto di alcuni fattori dirimenti per una suddivisione equa. Infatti non prende in considerazione né il numero di inquilini in ciascun appartamento né la presenza o meno di unità “vuote”. Se, da una parte, rende estremamente semplice il calcolo matematico, dall’altra, lascia spazio a lunghe discussioni tra condomini. Per tutti questi fattori è un metodo che trova, di rado, applicazione.
RIPARTIZIONE DELLE SPESE IN BASE AL NUMERO DI CONDOMINI
Questa metodologia permette di arrivare ad una divisione delle spese in modo più preciso di quello in base al numero di unità abitative. Infatti divide la spesa tenendo conto degli inquilini presenti in ogni unità abitativa. Tuttavia anche questo criterio si presta ad un’iniqua suddivisione poiché non tiene conto della reale composizione del nucleo familiare. Si presupporrà un consumo identico sia se il nucleo è composto, ad esempio, da quattro adulti sia da due adulti e due bambini ecc. parimenti a parità di numero di inquilini se è diversa la grandezza degli appartamenti.
RIPARTIZIONE DELLE SPESE CON IL CONTATORE A SOTTRAZIONE
Se vivete in uno stabile di recente ristrutturazione, sarete già dotati di questo tipo di contatore. Questo, infatti, con il decreto ministeriale del 4 marzo 1996 è diventato obbligatorio per legge. In questo caso ogni appartamento è dotato di un contatore “privato” che registra i singoli consumi.
Il contatore a sottrazione è sicuramente un metodo di ripartizione che rispecchia i consumi reali. Ma esistono diverse fasce di consumo: stando attenti agli sprechi si apparterrà a una fascia agevolata e si pagherà, a metro cubo, una tariffa inferiore rispetto a chi consuma più acqua. La differenza di costi, infatti, può anche superare i 2 € a metro cubo: per questo è importante che il consuntivo tenga in considerazione queste differenze.