
Regolarizzare un abuso edilizio, come si fa? Innanzitutto determiniamo in cosa consiste un abuso edilizio in modo da avere le idee più chiare sull’iter da seguire. L’abuso edilizio consiste nella condotta di chi effettua dei lavori o costruisce senza possedere il titolo richiesto dalla legge o in difformità da esso.
Vi sono due tipi di sanzioni che possono verificarsi nel caso in cui venga identificato un abuso edilizio: una sanzione sul piano amministrativo ed una penale.
La Pubblica Amministrazione è legittimata ad applicare una sanzione amministrativa, in seguito all’accertamento dell’esistenza di tale abuso, che ordina di demolire l’immobile a spese del responsabile. Nel caso in cui sia trascorso un notevole periodo di tempo dal momento in cui il reato è stato commesso a quello in cui esso viene accertato, la P.A. non potrà emettere il provvedimento di demolizione in modo automatico ma dovrà tenere in debita considerazione, indicandole espressamente, sia le ragioni di interesse pubblico che giustificano la demolizione del fabbricato sia gli interessi privati maturati nel frattempo.
Dunque se non si ravvisano interessi pubblici di particolare rilievo a giustificazione del provvedimento di demolizione, il decorso del lungo periodo di tempo potrebbe legittimare l’applicazione di una sanzione pecuniaria invece della demolizione dello stabile.
Secondo la sanzione penale invece, la condotta consistente nel realizzare un intervento edilizio illecito è punita ai sensi dell’art. 44 del D.P.R. n. 380/2001. L’articolo prevede diverse ipotesi stabilendo:
- L’ammenda, ovvero la pena pecuniaria, fino a 329 euro per l’inosservanza delle norme, delle prescrizioni e delle modalità esecutive dei lavori previste dal Decreto e dai regolamenti edilizi, dagli strumenti urbanistici e dal permesso di costruire;
- L’arresto fino a due anni, oltre ad un’ammenda che varia dai 164 a 51.645 euro nei casi di esecuzione dei lavori in totale difformità o assenza del permesso o anche di prosecuzione degli stessi nonostante l’ordine di sospensione;
- L’arresto fino a due anni con un’ammenda che parte dai 493a 645 euro nel caso di lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio. La stessa pena si applica anche nel caso di interventi edilizi nelle zone sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, in variazione essenziale, in totale difformità o in assenza del permesso.
Ma dopo quanto tempo si prescrive il reato di abuso edilizio? In ambito penale il reato si prescrive una volta che è decorso il periodo di tempo previsto dal legislatore, in ambito amministrativo l’illecito non è soggetto a termini di prescrizione e quindi potrà essere punito in ogni tempo.
Regolarizzare un abuso edilizio è possibile, infatti il responsabile dell’abuso o l’attuale proprietario dell’immobile può ottenere un permesso in sanatoria. Per ottenerlo è necessario presentare apposita istanza all’ufficio comunale competente. Il rilascio del permesso in sanatoria è subordinato a due presupposti:
- La costruzione ediliziadeve risultare conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dell’intervento, sia al momento della presentazione della domanda;
- Il responsabile deve effettuare il pagamento, a titolo di oblazione, del contributo di costruzionein misura doppia.
Presentando la richiesta del permesso in sanatoria si denuncia l’esistenza di una costruzione abusiva, dunque è il caso che la richiesta sia redatta da un tecnico il quale riporterà nel documento – tra le altre indicazioni – la data in cui i lavori sono stati eseguiti e la natura degli stessi.